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Un concerto e un cd, “Passu passu zittu zittu”, per i 40 anni del Coro della Portella.
28/12/2022
Il Coro della Portella terrà un concerto celebrativo del 40° anno di ininterrotta attività Mercoledì 28 dicembre, alle ore 18,15 , presso la chiesa degli Angeli Custodi di Paganica.
Il concerto sarà preceduto da una Santa Messa in suffragio dei cantori scomparsi, con inizio alle 0re 17,30.
Nel corso della serata sarà presentato anche il nuovo CD del gruppo, intitolato “Passu passu zittu zittu”, insieme alla spilla col logo dell’anniversario. L’ingresso è libero. Passu passu, zittu zittu – ovvero piano piano e senza far rumore – si è svolta la straordinaria vicenda musicale e umana del Coro della Portella nel corso di quarant’anni di attività a partire dalla primavera del 1982. Una avventura che non si è mai interrotta, nemmeno davanti al terremoto o alla pandemia o di fronte a seri problemi di salute, talmente frenetica e fitta di impegni da non avere neanche il tempo di scriverne la storia. Un prestigioso traguardo di cui rivendichiamo, senza falsa modestia, la coerenza delle scelte culturali, il rigore delle armonizzazioni e la opzione convinta del canto autenticamente popolare, capace ancora di emozionare e commuovere raccontando con semplicità i sentimenti universali di ogni uomo. (dalla presentazione del CD). Il Coro della Portella si è formato nel 1982 a Paganica (L’Aquila) durante un raduno degli alpini, grazie al contributo amatoriale di una trentina di cantori e di un direttore autodidatta, uniti dalla comune passione per la montagna ed il canto che ne è l’espressione. Da allora ad oggi ha tenuto più di 800 concerti in Italia ed all’estero (Germania, Austria, Svizzera, Polonia, Stati Uniti e Canada), partecipando a importanti manifestazioni musicali in sale di grande prestigio e qualificandosi come uno dei migliori interpreti del canto popolare italiano, più in particolare abruzzese. E’ intervenuto a varie trasmissioni radiofoniche e televisive, tra le quali “Radiotre Suite”, i “Concerti dal Quirinale”, “Porta a porta” e “Il dodicesimo presidente”. Ha inoltre prodotto sette CD ed ha pubblicato il libro “Belle rose”, raccolta di canti popolari italiani armonizzati daTeo Usuelli. Si è anche distinto per l’organizzazione annuale di alcune rassegne corali aquilane, tra cui la “Cantata di Natale” e “Quel mese d’aprile” giunte rispettivamente alla 38° e 30° edizione. In 40 anni di ininterrotta attività, il coro ha mantenuto intatto lo spirito originario che traspare dal suo stesso nome. La Portella, infatti, è allo stesso tempo un valico ed una vetta del Gran Sasso d’Italia, e cioè a dire un punto d’arrivo, ma anche – e soprattutto – un ponte fra genti diverse.
Questa piccolo florilegio di canti popolari, in gran parte di tradizione orale, intende condensare in un ipotetico concerto di fine anno la storia quarantennale del Coro. Esso inizia con i canti degli alpini, continua con brani del folclore abruzzese e di altre regioni italiane, per concludersi con le armonie proprie della tradizione natalizia.
Il programma parte da Sul ponte di Perati, nato dopo la disfatta di Caporetto modificando le parole del Ponte di Bassano e riemerso nell’anima profonda degli alpini nel 1941 sul fronte greco-albanese. Segue Aprite le porte, marcetta vivace e baldanzosa, in cui gli alpini si prendono in giro con un pizzico di autoesaltazione. Poi ancora tre brani legati alla storia, Alpini in Libia, nato nel 1911-12 durante la guerra italo-turca, Monte Nero, apparso subito dopo la conquista della vetta agli albori della Grande Guerra, e quindi Mamma mia vienimi incontro, scaturito alla fine dell’800 dopo la sfortunata campagna d’Abissinia.
La seconda pagina si apre con tre brani elaborati da Teo Usuelli: J’Abbruzzu, fascinoso affresco delle bellezze naturali della regione dalle montagne al mare, L’ellera, ricordo nostalgico della vita pastorale, e A Barisciane, prezioso reperto della cultura etnomusicale locale, divenuto nel tempo un vero e proprio inno del Coro. Seguono altri due canti abruzzesi sgorgati dalla fervida penna di Lamberto Pietropoli: Mare majie, disperata invocazione di una giovane vedova e Si lu mi’ amore, melodia dolcissima e delicata. Passando ad altre aree geografiche, un ulteriore lascito di Usuelli, Gli Scariolanti, documenta le fatiche e il sudore degli sterratori emiliani di fine ‘800. Si continua con La povera Rosetta, storia milanese vera e straziante di un femminicidio del 1913, La mula de Parenzo, scherzoso e spensierato canto friulano, Senti ‘l martelo, canto trentino d’amore e di emigrazione e infine Rapsodia popolare, che mette insieme i frammenti di quattro notissimi canti veneti, coniugati mirabilmente da Mario Lanaro.
Ci si avvia alla conclusione con una sorta suite natalizia, formata dalla nenia marchigiana Natu natu Nazzarè e dal suggestivo O felice o chiara notte, proveniente dal Trentino. Non potevano mancare due autentici gioielli di Bepi De Marzi, la Piccola canta di Natale, caratterizzata dall’accompagnamento argentino di una campanella e L’ultima notte, canto che rievoca con forte pathos la tristissima ritirata degli alpini in Russia dopo la battaglia di Natale del ‘42. In ultimo una tradizionale versione aquilana dell’epifania, Ninna nanna de Natale, nella impeccabile interpretazione di Teo Usuelli. (v.v.)